venerdì 25 ottobre 2013

Voglio per forza un figlio fenomento

Andate a vedere un torneo under 10 di tennis. Fanno spavento. Sono alti poco più della rete e tirano certe botte impressionanti, per potenza e precisione. Se di là ci fosse Peppa Pig la vorrebbero morta. Sono prodigiosi in modo tenero e sconcertante. Non sorridono mai. Si allenano fino a sedici ore alla settimana, in quarta o quinta elementare, per quella partita del weekend. E se sbagliano un colpo, spesso vedrete questi Federer e Sharapova miniaturizzati guardare subito papà o mamma. Seduti su quelle tribune dove tanti genitori fanno molto più spavento di loro. "La mia squadra ideale è una squadra di orfani" è la vecchia battuta che gira tra allenatori. Un paradosso, ovviamente, come sono paradossali i casi di genitori aguzzini, disposti a tutto pur di vedere un figlio campione, che finiscono sui giornali. Ma la normalità che non fa più notizia è fatta di risse a bordocampo alle partite dei ragazzini, arbitri insultati e aggrediti, allenatori contestati. Ogni maledetta domenica, e il sabato pure. Qualsiasi istruttore giovanile, di qualsiasi sport, sa che una parte importante e difficile del suo lavoro è "allenare" i genitori.
Per il resto dell'articolo tratto da Repubblica.it  (clicca qui).

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